Ovviamente con il formato di pasta “calamarata” si possono realizzare un’infinità di ricette. In pratica questo formato può essere proficuamente impiegato in tutte le ricette in cui di norma si usano i paccheri, i mezzi-paccheri e altre tipo di pasta corta liscia. In particolare questo formato è molto utilizzato in Sicilia e in altre regioni del Sud Italia, soprattutto con sughi a base di crostacei, molluschi, ragù di pesce spada e altri pesci, con l’aggiunta spesso di melanzane, finocchietto selvatico, olive, ecc.
Invece il piatto calamarata, cioè la pasta di formato calamarata cucinata con i calamari tagliati ad anelli, non contempla molte varianti:
- il vino (bianco) viene impiegato spesso ma non sempre;
- pepe e peperoncino sono facoltativi;
- l’impiego del pomodoro è piuttosto variabile; si va dall’utilizzo di soli pomodorini, con o senza aggiunta di concentrato, a sughi più corposi realizzati con pomodoro fresco o pelati o passata di pomodoro, sempre con o senza concentrato;
- spesso poi vengono utilizzati totani in sostituzione dei calamari.
Il prezzemolo è, invece, (quasi) sempre presente.
Una cosa che varia è la larghezza degli anelli di calamaro; mentre i più sono d’accordo sul fatto che la larghezza degli anelli debba essere pari alla larghezza della pasta (si tenga presente che con la cottura i calamari si restringeranno di circa un millimetro o due, mentre la pasta si allargherà di circa un millimetro) vi è una scuola di pensiero che ritiene che i calamari debbano essere in ogni caso tagliati ad anelli piuttosto stretti e che il farli larghi quanto la pasta sia una procedura davvero kitsch!
Come riportato nella sezione “ricetta tradizionale“, questo piatto viene spesso “finito” passandolo in forno, al cartoccio.
Infine, come già detto nell’introduzione a questo piatto, molti non utilizzano la pasta di formato calamarata ma preferiscono i mezzi-paccheri o i paccheri.