Moltissime sono le versioni dei vincisgrassi e quindi c’è una grande libertà di espressione.
Ma su due cose non si transige:
- nel ragù deve essere presente una certa quantità di rigaglie di pollo (e/o di altro volatile da cortile). Se non usate le rigaglie non potete chiamarlo vincisgrassi.
- la carne (e le rigaglie) non devono essere “tritate” ma tagliate a tocchetti.
Se non avete rispettato queste due regole, non avete fatto i vincisgrassi ma delle “semplici” lasagne.
Infine, la regola vuole che gli strati del vincisgrassi siano almeno sette (qualcuno addirittura sostiene debbano essere non meno di dieci).